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    TuttoMeritoMioNews

    27 Apr 2022

Caro #TuttoMeritoMio, ti scrivo: i nostri studenti raccontano “L’utopia di Gino Strada”

Questa pagina del Diario di #TuttoMeritoMio è uno specchio che mostra il valore e la sensibilità dei nostri ragazzi. È dedicata alle riflessioni che i partecipanti hanno espresso, commentando l’articolo di Carlo Rovelli sull’ultimo libro (pubblicato postumo) del medico e attivista Gino Strada. Pensieri sull’importanza di decostruire il concetto di nemico, per tornare a riscoprire un nuovo senso di umanità. 

L’utopia di Gino Strada: l’altro è mio nemico? 

Il fulcro dell’impegno umanitario della famiglia Strada si basa sull’ideale di umanità. Un’umanità che non conosce divisioni, barriere e distinzioni. Dove non c’è posto per i vocaboli ‘nemico’, ‘altro’, ‘loro’ e dove la parola ‘noi’ non denota una separazione, bensì un’unità. Siamo tutti umani e, per restare umani, è necessario riconoscere questo principio in  ogni persona. Come ha dimostrato Gino Strada, curando indistintamente feriti e malati, senza mai chiedersi quale fosse la loro fazione. Senza mai identificarli come nemici. Da questa testimonianza di pace, sono nate le riflessioni dei nostri ragazzi.

È esattamente l’articolo e, di conseguenza, la lettura di cui abbiamo un enorme bisogno in questo momento. L’umanità è, a oggi, orfana non solo di Gino Strada ma anche di valori, del bene comune, siamo un’umanità orfana di umanità: siamo piombati nel male, nel ‘noi contro loro’. (…) Le guerre forse ci saranno per sempre, proprio per questo, per sempre, dovremmo impegnarci a tenere vivo il pensiero di persone come Gino Strada e la sua famiglia (sua figlia che non era con lui al momento della sua morte perché impegnata a salvare vite umane nel Mediterraneo ne è un esempio), non dovremmo mai assuefarci al pensiero del male, mai dimenticare che negli occhi dell’altro si nasconde un fratello.

Irene M. 

Colpiti dai valori di uguaglianza, libertà e dignità. Che sono alla base della missione della community che li unisce e di #TuttoMeritoMio, il programma che li accompagna nella loro formazione individuale e collettiva. 

Oggi come allora si tende, troppo spesso, a fare distinzioni tra “noi” e “loro”, i “buoni” e i “cattivi”. Guardiamo gli altri come nemici, e come tali non li consideriamo degni, né del nostro aiuto, né della nostra compassione. E questo ci porta a diventare come chi tanto odiamo. Citando Nelson Mandela, “provare risentimento è come bere veleno sperando che ciò uccida il nemico”. In particolare, per i professionisti sanitari, così come per tutte quelle professioni rivolte al sociale, è necessario capire che, indipendentemente dal sesso, dalla razza, dall’età, dall’etnia, dalla religione o dalle credenze, nonostante tutte le differenze che ci contraddistinguono, siamo tutti umani e, come tali, abbiamo tutti gli stessi diritti alla vita e alle cure. 

Chiara S. 

Restare umani: l’utopia di Gino Strada è una strada del presente

Il potere delle parole del fondatore di Emergency è nella forza della sincerità. Vibranti, scuotono gli animi affinché non restino silenti e inattivi. Vivono nel presente e al presente si rivolgono. Dopotutto è vero: l’utopia è qualcosa che ancora non c’è. Ma per realizzarla è necessario impegnarsi in ogni momento. Le barriere, le etichette, le classificazioni hanno bisogno di essere decostruite nel tempo attuale.

Adesso purtroppo, stiamo vivendo un’altra guerra. Che porterà altri morti e feriti. Dovrebbero esistere molte più persone che pensano a curare qualsiasi individuo gli si presenti davanti senza fare domande, rispetto a chi pensa a fare la guerra per fini economici, politici o geografici. Purtroppo oggi siamo troppo intenti a classificare ed etichettare le persone. Dovremmo pensare a vivere con più tranquillità cercando di limitare i paletti imposti da noi stessi e dalla società.

Irene S. 

Diritti, sofferenza, pace, uguaglianza, cura. Tematiche alle quali l’arte, la cultura e la musica hanno sempre cercato di dare una voce, diffondendo il messaggio attraverso il potere della bellezza

Ho scelto di commentare l’articolo: “L’utopia di Gino Strada – Il chirurgo che ci insegnò a curare (anche) i nemici” perché visto quello che è il mio percorso di studi, sento la tematica espressa come molto vicina a me.

Vorrei partire dalla fine: “L’utopia è solo qualcosa che ancora non c’è”. Ciò che Gino Strada sognava è un mondo senza conflitti, sembra così semplice, se messa in termini pratici: stava chiedendo agli uomini di smetterla di infliggersi reciproche sofferenze. Chi ci guadagna? Tutti. Chi ci perde? Nessuno. Eppure, come dice la canzone “Auschwitz”, sul piano pratico le cose sono molto più complicate, dall’alba dei tempi.

Ancora tuona il cannone / Ancora non è contento / Di sangue la belva umana / E ancora ci porta il vento / E ancora ci porta il vento / Io chiedo quando sarà / Che l’uomo potrà imparare / A vivere senza ammazzare / E il vento si poserà”. 

Giada M.

L’urgenza di porre attenzione sull’utopia testimoniata da Gino Strada con la propria vita è sempre più attuale, sempre più vitale. E passa attraverso la necessità di superare la comodità di categorie divisive, discriminanti, portatrici di privilegi etnico-sociali. Di sentire come vero quello che ha espresso l’attivista e reporter Vittorio Arrigoni

“Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana.”


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