Caro TuttoMeritoMio, ti scrivo: le parole di maggio
Eccoci arrivati al quarto appuntamento con il Diario di TuttoMeritoMio, il programma di Fondazione CR Firenze e Intesa San Paolo per la valorizzazione del merito scolastico. La pagina di oggi è dedicata al secondo mese di attività di potenziamento linguistico, quello di maggio.
Come vi avevamo già raccontato, i nostri ragazzi si sono cimentati con il commento di alcune parole, raccontate in modo approfondito dalla newsletter di unaparolaalgiorno.it . Gli obiettivi dell’attività prevedevano l’ampliamento del lessico dei ragazzi, ma anche una crescita di consapevolezza rispetto ai vocaboli proposti e alle loro origini.
Scopriamo quali sono state le parole più commentate di maggio e quali riflessioni hanno suscitato nei nostri partecipanti.
Le 5 parole più amate di maggio
Questa volta partiamo direttamente dall’oggetto dell’esercitazione. Ecco la lista delle cinque parole più amate di maggio. Riportiamo qui la definizione proposta da Una Parola Al Giorno e anche uno degli elementi più apprezzati dai ragazzi: la loro etimologia.
- Girovagare: Girare senza meta; etimologia: voce dotta recuperata dal latino medievale gyrovagus, composto di gyrus ‘giro’ e vagus ‘vagante’.
- Armonizzare: Comporre un tessuto polivoco musicale che accompagna una linea melodica o un basso; in senso figurato: accostare elementi diversi in un insieme coerente; etimologia: derivato da ‘armonia’, voce dotta recuperata dal latino harmònia, preso in prestito dal greco harmonía, derivato di harmózō ‘congiungere’, a sua volta da hormós ‘giuntura’.
- Fluttuare: Essere mosso dai flutti, muoversi con moto ondoso; aleggiare, muoversi nell’aria; essere soggetto a variazioni; etimologia: voce dotta, recuperata dal latino fluctuare ‘fluttuare’.
- Uragano: Ciclone tropicale, specie delle Antille; tempesta violenta; grande frastuono; in similitudini, grande carica di violenza ed energia; persona agitata e veemente; etimologia: attraverso lo spagnolo huracán, dalla voce taino hurakán, da una radice che significa ‘oscuro’.
- Confine: Limite di un territorio, di una proprietà, di una regione geografica,di uno Stato; parte più lontana; etimologia: voce dotta recuperata dal latino confinis ‘confinante’, derivato di finis ‘limite’, col prefisso con-.
Perché l’etimologia è importante
S., una partecipante della prima edizione di TMM, ha scritto a proposito della parola ‘limone’:
Ripensando alla parola limone, l’etimologia della quale mi ha particolarmente incuriosito, ho deciso di approfondire di più e capire da dove deriva. Cercando sempre di più ho notato che la parola limone nella mia lingua, l’urdu, si pronuncia limu e in molti altri paesi asiatici ha pronunce simili. Allora alla fine credo che tutti noi non siamo molto lontani, ci sono sempre delle cose che accomunano le nostre culture.
L’etimologia di una parola sembrerebbe assomigliare a una certa forma di DNA, traccia la storia dei tempi e dei luoghi che un certo significato ha attraversato. Ma è anche un po’ più di questo. Studiare l’etimo dei vocaboli è come un’investigazione, serve a scoprire quali sono i piccoli tasselli che compongono il cuore di una parola.
Prendiamo come esempio una delle parole di maggio, uragano. C’è un po’ di oscurità nella parola uragano ed è la sua stessa radice a raccontarcelo. In fondo sembrerebbe non essere così difficile pensare che ci sia qualcosa di buio e terribile in un ciclone, ma quanti avrebbero pensato che l’origine di questa parola derivi proprio dall’oscurità?
Una delle più grandi scoperte dei nostri ragazzi è che l’etimologia racconta molto dei popoli e del loro linguaggio. Li rende simili, vicini. Spiega il modo in cui cercano di dare una forma al mondo che hanno dinanzi, le associazioni che formulano. In altre parole, la loro intuizione della realtà.
Scavando in profondità è possibile scoprire tutto questo. E le riflessioni dei partecipanti non sono tardate, generose e stimolanti come sempre.
Quello che le parole non dicono: il mondo interiore dei nostri ragazzi
Le connessioni scoperte dai ragazzi tra le parole proposte e il loro mondo sono state notevoli e variegate. Protagonista del mese di maggio è stato lo spazio, attraversato dall’ordine o dal caos del movimento. Tutto sembra richiamare un profondo interrogarsi sulla distanza e su ciò che ci è permesso attraversare. Pienamente comprensibile, visti gli sconvolgimenti che la nostra società sta vivendo.
Camminare senza meta, il passaggio di un uragano, l’ordine armonico in grado di combinare e comporre, il confine come linea dalle molte potenzialità. Rispetto a quest’ultima, in molti hanno sottolineato di aver scoperto con sorpresa il suo duplice significato, come linea di chiusura e al contempo di contatto. Un non-luogo per avvicinarsi e allontanarsi.
L’eleganza di “fluttuare” ha colpito tanti studenti grazie alla sua intrinseca leggerezza: una parola legata all’acqua che si è misteriosamente legata all’aria. A N. ha fatto venire in mente la fotografia Dalì Atomicus di Philippe Halsman, mentre a F. è sovvenuta invece la canzone Fly me to the moon di Frank Sinatra, che esprime la leggiadria di chi può stare con la persona amata.
“Girovagare” ha ottenuto la palma di parola preferita del mese per il sapore di libertà, di allegria che comunica questo muoversi senza una mèta, ma in modo non inutile e non infruttuoso. L. ha sottolineato molto bene come questo vocabolo dia la possibilità di fare esperienze impreviste e più spontanee rispetto a quelle di un muoversi strutturato e orientato. E. ha ricordato un suo libero girovagare a Praga, G. ha ricollegato la parola al romanzo esistenzialista spagnolo “Niebla” (“Nebbia”) di Miguel de Unamuno, il cui protagonista è definito paseante de la vida , “passeggiatore della vita”.
A proposito di “armonia”, di cosa sia o di dove la si possa trovare o del bisogno che se ne ha: molti ne hanno parlato in modo molto concreto e personale, spesso richiamando l’importanza della musica. L. ha sottolineato quanto vi sia bisogno di persone capaci di creare armonia nei gruppi di amici. Sia D. che V. hanno citato, come esempio di armonia, dei brani del pianista Ludovico Einaudi. R. ha condiviso un’opera da lei eseguita in cui è riuscita a creare armonia tra le parti. Con parole molto sentite M. ha collegato ad “armonia” una splendida canzone di Simone Cristicchi, “Abbi cura di me”.
Così preziose e inedite sono le riflessioni dei nostri ragazzi, che sono come un girovagare nella mente per trovare strade e luoghi inediti senza avere il peso di dover necessariamente giungere ad una meta. Un po’ come suggerisce il poeta greco Konstantinos Kavafis nella sua celebre poesia Itaca, quando scrive:
Itaca t’ha donato il bel viaggio. Senza di lei non ti mettevi in via. Nulla ha da darti più.