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    TuttoMeritoMioNews

    10 Set 2021

Caro TuttoMeritoMio, ti scrivo: due anni con il Binario 9 e ¾. Le riflessioni dei nostri studenti.

Alle porte della terza edizione del programma #TuttoMeritoMio, dedichiamo una pagina del nostro Diario a una delle attività più amate dai partecipanti: il Binario 9 e ¾. Da due anni la newsletter pensata per i nostri studenti offre spunti di riflessione e di confronto su tematiche attuali importanti. Torniamo indietro nel tempo, osservando alcuni degli articoli più toccanti ed emozionanti proposti dalle due edizioni. 

La fotografia, lo sport e la letteratura come riscatto: le storie di Mohamed Keita, Dania Natsheh e Viet Thanh Nguyen

Uno dei poteri del Binario 9 e ¾, nella celebre saga inglese di Harry Potter, è quello di connettere mondi apparentementi lontani, attraverso un unico punto di contatto. Allo stesso modo la newsletter pensata per i ragazzi di #TuttoMeritoMio crea un ponte tra la quotidianità dei partecipanti e le grandi tematiche dell’attualità. Un viaggio tra luoghi, culture, racconti ed emozioni, che ha la forza di trasportare i lettori e stimolarli a compiere riflessioni profonde.

Come quelle nate dalla lettura della storia di Mohamed, il ragazzo originario della Costa d’Avorio che ha trasformato la propria vita grazie ad una macchina fotografica, o quella di Dania, la prima pugilessa ad entrare nella nazionale giordana che supera gli stereotipi di genere seguendo la propria vocazione, e infine quella dello scrittore Viet Thanh Nguyen che disvela con i propri libri l’ipocrisia del silente colonialismo contemporaneo. Da queste narrazioni di coraggio, resistenza e passione, sono nati progetti incredibili. 

La scuola Kene fondata da Mohamed si chiama così perché in mandingo il suo nome significa ‘spazio’. E offre difatti un luogo per tornare ad avere amore per l’istruzione attraverso la fotografia. Così come la palestra gestita da Dania, pensata per dare alle donne un posto dove potersi allenare e seguire la propria passione in totale sicurezza. Sono luoghi, ma prima di tutto idee di libertà. 

Caro TuttoMeritoMio, ti ispiro: i commenti dei nostri partecipanti

A partire da queste storie si sono formate le riflessioni dei ragazzi del programma sulle tematiche legate al superamento delle barriere economiche e sociali, all’empowerment femminile e al dibattito post-coloniale.

Ci sono emozioni e stati d’animo, esperienze e storie di vita che a volte non è facile esprimere a parole e raccontare, è necessario trovare altri mezzi che ci consentono di farle uscire ed elaborarle, per poi poterle superare. Alcuni ci riescono attraverso la musica, altri con la pittura o la scultura, ognuno deve riuscire a scoprire il proprio modo. Ecco, Mohamed ha trovato rifugio nella fotografia, la quale gli ha permesso di raccontare quello che stava vivendo e quello che aveva passato. 

“Sono state le difficoltà attraversate che mi hanno insegnato che la cosa più bella che possiamo fare è aiutarci l’uno con l’altro” afferma Mohamed. Questa frase ha attirato la mia attenzione perché è proprio quello di cui oggi abbiamo bisogno: riscoprire l’altruismo e lo stare accanto l’uno all’altro, aiutandoci, anche con gesti che possono sembrare piccoli, come quello di regalare una macchina fotografica, ma che visti con gli occhi dell’altro sono immensi e capaci di donare grande gioia.

E. G. 

La riscoperta della generosità come motore del cambiamento sociale è una delle chiavi alla base del programma #TuttoMeritoMio ed è pienamente accolta a un livello valoriale dai nostri ragazzi, che l’hanno riconosciuta nel viaggio di rinascita di Mohamed Keita.

La storia di questo ragazzo [Mohamed] e la sua determinazione mi hanno molto toccato, nonostante egli abbia vissuto una vita molto dura non ha mai smesso di combattere per una situazione migliore e soprattutto ha trovato qualcosa di molto positivo anche nella difficoltà.

Un altro aspetto molto importante a mio avviso è stata la sua voglia di condividere con gli altri tutto ciò che lo ha aiutato. Ha deciso così di condividere il suo talento e la sua conoscenza con altri ragazzi come lui cosa che non sempre è scontata e che molti tendono a tenere come qualcosa di privato. A custodire in modo sin troppo geloso. Penso che uno degli aspetti che promuove il progresso sia anche la condivisione di talento e conoscenza. Proprio come ci viene suggerito in questo progetto di #TMM.

G. S. 

In ogni riflessione, è possibile cogliere la sensibilità di chi sa riconoscere la bellezza di un ideale, pensato non solo per migliorare il proprio stile di vita, bensì per costruire un mondo migliore, più inclusivo e più giusto. Come quello che sta costruendo Dania Natsheh.

Dania non si lascia abbattere dagli altri e dai loro pregiudizi, cerca sempre di ignorare le provocazioni maschili e si impegna cercando di realizzare il suo sogno. (…) Per aiutare le donne come lei, apre una palestra per sole donne, nel 2018. Una palestra con le pareti rosa, i sacconi rosa e i guantoni rosa, con citazioni scritte sul muro per motivare le sue compagne.

E. M. 

I nostri studenti hanno riconosciuto come alla base di ogni cambiamento non ci siano soltanto azioni concrete, ma anche consapevolezze profonde sui meccanismi che generano disuguaglianze e disparità. Come nell’analisi lucida di Viet Thanh Nguyen, espressa nell’intervista proposta dal Binario, che ripercorre le radici storiche del razzismo.

La parte dell’intervista che mi ha colpito maggiormente è stata la risposta dell’autore alla domanda del giornalista riguardante la possibilità che ai francesi piacesse parlare del razzismo americano in quanto è un modo per dimenticare il loro. 

Spesso infatti sembra che la condanna di fenomeni avvenuti all’estero sia quasi un’occasione da cogliere per considerarci superiori, per convincerci che cose del genere non avverrebbero mai in Italia e che le uniche forme di razzismo presenti sul nostro suolo nazionale siano eventi sporadici o comunque imputabili alla sola responsabilità del singolo che li compie.

A. T.

Il mentoring di #TuttoMeritoMio ha tra i propri obiettivi la crescita personale di ogni studente, sia di per sé che in unione con la community di partecipanti. E il raggiungimento di un tale fine passa attraverso la bellezza di non avvertire i cambiamenti e le sfide come problemi, bensì come possibilità. Come aperture per la realizzazione di un futuro che sia all’altezza dei nostri sogni.

Dopotutto, come direbbe il filosofo cinese Lao Tsu, quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla.


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