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    TuttoMeritoMioNews

    12 Gen 2021

Caro TuttoMeritoMio, ti scrivo: nuovi binari, nuovi sguardi

Il 2021 ha portato con sé tante novità, ma anche qualche piacevole ritorno. Ed è il caso della newsletter “Binario 9 e ¾ Young”, curata dal tutor Raffaele Castagno e giunta alla sua seconda edizione. Il primo numero offre spunti di riflessioni su molteplici tematiche, quali il potere della tecnologia, la discriminazioni sociali e il valore delle parole. Un rinnovato successo, dal quale sono scaturite riflessioni profonde sul presente e sul futuro dell’umanità. 

Binario 9 e ¾: in quale direzione stiamo viaggiando? 

I partecipanti di TuttoMeritoMio, il programma promosso da Fondazione CR Firenze e Intesa Sanpaolo, sanno perfettamente che il valore del Binario non risiede unicamente nell’aprire gli orizzonti, ma anche in quello di comprendere verso quali direzioni sta viaggiando il mondo di cui facciamo parte. 

In modo differente ma interconnesso, le diverse penne della newsletter pongono l’accento sulle complessità del contemporaneo. Sull’oggi. E nel farlo richiedono al lettore di muoversi in equilibrio tra le tracce del passato e gli spiragli del futuro. Grazie a questo esercizio di responsabilità, per i partecipanti è stato possibile interfacciarsi con questioni spinose e stimoli di alto livello, portati alla luce da alcune tra le migliori firme del ventunesimo secolo. 

Dal nuovo mondo, dove non esistono più le serenate 

Tra gli articoli che hanno inaugurato il primo Binario di quest’anno, uno in particolare ha suscitato la curiosità dei nostri studenti, spingendoli ad elaborare riflessioni profonde e dal forte senso critico. Il titolo è “Dal nuovo mondo. Ciò che appare e ciò che scompare quando prendiamo in mano uno smartphone. Catalogo degli oggetti che il web ha cancellato”, della scrittrice Gaia Manzini. Un articolo vivido e tagliente, che individua e descrive il modo in cui il nuovo, e sempre più cruciale, ruolo della tecnologia stia modificando le piccole abitudini degli uomini. 

Qui, un estratto: 

“Non esistono più le serenate, non le chiacchiere 
casuali, neanche la noia; non esiste la possibilità di 
nascondersi, scomparire, non farsi sentire per un po’ 
per difendersi, per solidificarsi. Non esistono più le 
pause, tanto meno il silenzio. Tutto è stato sostituito 
dalla miriade di informazioni che ci arriva dalla Rete. Ma 
se tutto è informazione, pochissimo è conoscenza.”

Binario 9 e ¾: le riflessioni dei nostri ragazzi 

A partire da questo brano, molte sono state le osservazioni degli studenti, i quali hanno cercato non solo di analizzare il punto di vista dell’autrice, ma anche di offrire una propria prospettiva generazionale sul tema. 

“Penso che la mia generazione sia l’ultimo baluardo a difesa di 
un giusto equilibrio tra socializzazione, rapporti interpersonali e 
solitudine tecnologica. Ricordo ancora i bigliettini lanciati in 
classe di nascosto alle maestre, i pomeriggi dopo la scuola 
passati in quei giardinetti a correre giocare parlare cantare e 
ballare, mentre le mamme con occhio vigile ci sorvegliano fra 
una chiacchiera e l’altra, i bigliettini di invito per i compleanni, le 
letterine scritte alle amiche del cuore, gli album fotografici 
sfogliati migliaia di volte, i cenoni di natale dove si godeva della 
compagnia e del buon cibo senza la brama del selfie.”
E. 

Cercando di cogliere al contempo le ‘assenze’ causate da nuovi modi di vivere. 

“Siamo continuamente investiti da impulsi, immagini, notifiche, 
ma correndo dietro a tutto ciò rischiamo di perdere noi stessi. 
Non siamo infatti più abituati a rimanere soli, non conosciamo 
più la noia, come la intendeva il filosofo Pascal, un momento di 
riflessione, che cerchiamo di combattere continuamente. 
“Spesso l’infelicità dell’uomo è semplicemente quella di non 
riuscire a starsene tranquilli in una stanza”, questo affermava 
Pascal nel diciassettesimo secolo, ma non possiamo che 
notare quanto sia attuale. Questo periodo ci ha forse aiutati a 
riscoprire questa sensazione, abbiamo imparato a stare con noi 
stessi. Dell’articolo mi hanno colpito varie frasi, tra le quali 
“Tutto sta nelle mie mani e dentro alla rete: tutto c’è e non c’è” 
E.

E le motivazioni silenti di alcuni nostri comportamenti attuali. 

“Questo perché vogliamo creare un’immagine diversa di noi, e 
vogliamo che gli altri ci vedano in modo impeccabile, come se 
fossimo sempre allegri e felici. È una vera e propria fuga dalla 
realtà, perché sappiamo tutti che nel quotidiano non funziona 
così, ma la possibilità di reinventare noi stessi ci attrae, e sui 
social ci riscattiamo concedendoci un’altra opportunità di 
successo.”
I.

Mostrando l’esigenza di tutelare l’unicità e irripetibilità dell’esistenza umana, che rischia di cadere nella trappola dell’omologazione meccanica. 

“I nostri desideri rappresentano l’input dell’algoritmo della rete; la 
fame di informazioni prende il posto della fame di conoscenza: 
il vero sapere, la vera consapevolezza di sé diventano 
evanescenti, trascurabili, inconsistenti. Tutto c’è e non c’è. I 
nostri followers ci sono e non ci sono. 
Ecco il potere dell’illusione del nuovo mondo; non è facile 
prendere le distanze, ma è indispensabile non diventare 
strumenti dei nostri strumenti. I social ci portano a dare 
importanza solo al giudizio degli altri, a mostrarci per apparire 
anche come non siamo realmente; ci portano lontano da noi 
stessi. Tutto è fittizio. Noi non siamo varie identità digitali, ma 
siamo identità uniche ed irripetibili; le nostre conquiste di 
conoscenze e di emozioni non possono diventare degli output 
ripetibili e omologati di algoritmi uguali per tutti.”
I. 

Dalla voce dei nostri ragazzi emergono la necessità e la propensione a ripensare il presente, partendo da nuove consapevolezze. O, per tornare al titolo di questa pagina del Diario, guardando il mondo attraverso sguardi inediti. 

Un po’ come rivelò lo scrittore francese Marcel Proust, quando disse che il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.


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