-
TuttoMeritoMioNews
1 Apr 2021
Caro TuttoMeritoMio, ti racconto: il Laboratorio BOT Telegram
Entriamo nel vivo delle nuove attività digitali promosse dal programma #TuttoMeritoMio: il laboratorio BOT Telegram. Scopriamo a partire dal racconto della tutor Sonia Montegiove il progetto di sviluppo, comunicazione e traduzione pensato a partire dalla newsletter Una Parola Al Giorno.
Il BOT Telegram di #TuttoMeritoMio: tra project management e teamworking
Sonia Montegiove, la tutor responsabile della palestra del coding, ci ha raccontato la sua esperienza con i partecipanti di #TuttoMeritoMio durante le giornate laboratoriali volte alla realizzazione di un BOT Telegram. Un’attività interdisciplinare orientata a simulare le dinamiche di team work in un progetto reale di creazione e comunicazione di un prodotto digitale. A partire dalla sue parole, scopriamo insieme le potenzialità del laboratorio e il suo impatto sulla formazione dei nostri studenti.
Le ragazze e i ragazzi sono stati eccezionali, si confermano persone speciali. Per realizzare i loro prodotti digitali hanno lavorato molto alla fase di progettazione, acquisendo attivamente delle nozioni di project management e team working. Per nostra scelta abbiamo voluto privilegiare l’autonomia e la propositività, cercando di non orientare gli studenti in alcun modo. Al contrario, li abbiamo lasciati sperimentare soluzioni inedite senza tarpare mai loro le ali e restando al loro fianco.
Organizzativamente, i partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi a seconda delle aree del progetto. Alcuni di loro sono stati impegnati in attività più tecniche, come la programmazione e la progettazione del database, altri invece si sono focalizzati sulla produzione dei contenuti, sulla loro traduzione e sulla comunicazione del prodotto. Lavorando in team, è stato possibile procedere attraverso step consolidati di gestione del lavoro: abbiamo individuato i prodotti da realizzare, le attività da dover svolgere e, sulla base di questa analisi, abbiamo assegnato sia i compiti che i tempi di esecuzione.
Gli studenti hanno lavorato attraverso una gestione autonoma, utilizzando anche strumenti di team management come Slack. Questo approccio li ha immessi in dinamiche altamente orientate verso il mondo professionale e ha permesso loro di sviluppare un mindset in linea con le richieste del mercato del lavoro attuale.
Un mondo di competenze per puntare sempre più in alto
Una delle marce in più dei partecipanti al programma è la volontà di superare i propri limiti e sfruttare al meglio le occasioni di crescita e formazione. Questo è stato visibile anche nella creazione del BOT, un processo in continua evoluzione.
Nello specifico, il BOT era stato pensato per raccontare il significato dei vocaboli presenti in Una Parola Al Giorno. In seguito, ragionando con i partecipanti al laboratorio, è emersa la voglia di ampliare il progetto inserendo anche una traduzione delle parole in lingua inglese e la ricerca di sinonimi. Gli studenti hanno infatti manifestato la voglia di far evolvere il progetto e conferirgli ulteriori possibilità e funzioni.
Quello che mi ha colpito di questi ragazzi è la loro volontà di migliorarsi sempre. Di non fermarsi mai al minimo. Il progetto si è evoluto e ha preso strade interessanti proprio per la loro volontà di fare sempre meglio, di essere propositivi anche a costo di dover dedicare più tempo e più impegno al loro progetto. Un’energia stimolante anche e soprattutto per noi tutor. In virtù di questa propensione, i nostri studenti lavoreranno a un sito responsive per promuovere il BOT e alla pubblicazione in open source su GitHub.
Quando i laboratori creano comunità
E tutto questo sarebbe già di per sé di grande valore, se non fosse per un altro importante elemento: la contaminazione. Collaborare, progettare, immaginare insieme crea una comunità, consolida le relazioni, costruisce legami. Per questo la vera ricchezza del programma non include soltanto i benefici verso i singoli, ma anche verso la community di partecipanti.
Una delle qualità migliori di laboratori di questo tipo è la contaminazione. Inizialmente i gruppi avevano una forte connotazione di genere. Dopo una serie di stimoli e consigli, i gruppi si sono mescolati e hanno raggiunto un buon equilibrio in ogni sezione. Anche gli studenti che non provenivano da un background di tipo tecnico hanno potuto mettersi alla prova in nuovi campi e apprendere dai propri compagni di team. Gli incontri hanno anche mostrato la natura interdisciplinare del progetto. Per ottenere un risultato migliore, è stato necessario che i diversi gruppi dialogassero tra loro, in modo interdipendente.
Il laboratorio è stato inoltre un’occasione per fare comunità, per interagire e scambiare competenze. Imparare gli uni con gli altri, gli uni dagli altri. Durante gli incontri, oltre a presentare il proprio lavoro, alcuni ragazzi hanno anche voluto spiegare con accuratezza le modalità e i contenuti della propria area di applicazione, permettendo a tutti i membri del progetto di apprendere nuove nozioni. Nei prossimi mesi, questa attività verrà intensificata con presentazioni semplificate e mirate da parte di ogni gruppo.
Un indovinello
Programmare non è un’azione fredda, bensì altamente creativa. La prima programmatrice della storia, Ada Lovelace, sosteneva addirittura che fosse un’attività poetica. Per questo concludiamo con un indovinello che che vive a metà strada tra molteplici linguaggi.
Se è vero che “non c’è nessun posto come 127.0.0.1”, allora anche una community può essere un po’ “come 127.0.0.1”.
Qual è il significato di questa frase?