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TuttoMeritoMioNews
21 Mag 2021
Caro TuttoMeritoMio, ti incontro: in dialogo con Marisandra Lizzi, Raffaele Castagno e Francesco Sicchiero
Questa pagina di diario è un racconto corale dell’esperienza vissuta dai tutor del laboratorio online CREATI. A partire dalle loro parole, possiamo rivivere le emozioni di una delle attività più intense del mentoring online di quest’anno. Scopriamo insieme le parole di Marisandra Lizzi, Raffaele Castagno e Francesco Sicchiero.
Dalla parte dei tutor: le esperienze di Marisandra Lizzi, Raffaele Castagno e Francesco Sicchiero
Ascoltando le impressioni e le parole dei tutor del programma #TuttoMeritoMio, emerge ogni volta quanto sia emozionante e significativo anche per chi orienta i partecipanti vivere con loro questo percorso. Le voci dei tre tutor si intrecciano esprimendo la magia dei sei incontri del laboratorio e le grandi connessioni e speranze che hanno portato all’attenzione di tutto il progetto. Scopriamo insieme il mondo del laboratorio CREATI, partendo dal loro racconto diretto.
Il racconto di Marisandra Lizzi
Marisandra Lizzi: Sono successe cose magiche. Innanzitutto per il livello altissimo dei partecipanti che hanno dato vita a piani e biografie bellissime. Perché quando si ha un forte perché, si può sviluppare qualsiasi come. Così i ragazzi hanno realizzato entrambi i materiali con grande passione e creatività. Il primo, la biografia, era un racconto che portava alla luce una visione: chi sono e chi voglio essere. Perché il primo passo per concretizzare qualcosa che si desidera è scriverlo.
Il laboratorio si è poi concluso con un evento incredibile. Ci siamo chiesti come avremmo potuto premiare la creatività e la sensibilità di tutti i partecipanti, che si erano così tanto impegnati. Così abbiamo pensato di far incontrare loro delle persone eccezionali, che rappresentano la prova pratica dei risultati incredibili che percorsi come questo possono portare nella vita degli individui e dei progetti.
Dal celebre Paolo Iabichino, che porta ogni giorno i perché nelle aziende, a Elga Corricelli e Elisabetta Dallavalle di ELEhub, che hanno trovato la propria strada nella ricerca e nello studio della felicità e della trasformazione positiva, a Massimiliano Costa, founder e CEO di Develhope, la tech school che offre la possibilità ai ragazzi di studiare programmazione e di pagare la retta solo dopo aver trovato lavoro. E ovviamente l’autore Francesco Marconi. Persone che incarnano con la propria esperienza le possibilità e la straordinaria forza di chi prende in mano i propri sogni e li realizza.
Il racconto di Raffaele Castagno
Raffaele Castagno: Per me è stata la prima volta in cui partecipavo a un progetto simile. E di così grande impatto. In qualche modo ha costretto anche noi tutor a metterci a nudo, a riportare alla luce le persone per noi importanti. Un esempio è stato il mio professore di latino e greco. Da lui ho appreso l’importanza delle parole, porterò la sua figura sempre dentro di me. Questa laboratorio ci ha fatto capire qualcosa di noi stessi. E soprattutto l’energia vissuta durante l’ultimo incontro ci dà un forte senso di speranza per il futuro.
Una delle parole che più associo al lavoro che è stato portato avanti dai ragazzi è infatti attivismo. Non so se sia la parola più corretta, ma è quella che più rappresenta la spinta verso il cambiamento che i progetti dei ragazzi hanno messo in evidenza. Ci dà l’audacia della speranza. Perché è proprio così, questo gruppo di ragazzi ci dà la forza di sperare che un futuro migliore sia possibile.
Il racconto di Francesco Sicchiero
Francesco Sicchiero: Sì, è stata un’esperienza fortissima. Ed è vero quello che ha detto Raffaele, un po’ ci si mette a nudo. Io ero uno, per riprendere le parole di Marisandra, che aveva tanto cuore, ma non aveva tecnica. E posso testimoniare: ognuno può trovare il proprio posto nel mondo, capendo che cosa gli fa battere il cuore. Se ognuno di noi avesse questa consapevolezza, davvero potrebbe cambiare il mondo in modi inaspettati. Sarebbe un vero e proprio patrimonio di passioni.
Quello che ci ha colpito molto, ascoltando i piani di comunicazione dei ragazzi, è stata la sintonia tra la bio e il sogno che portavano avanti. Perché in loro era possibile rintracciare la visione per la quale le difficoltà possono trasformarsi in occasioni. Ogni progetto partiva dalla comprensione di un bisogno, cercava di rispondere a una necessità, un’esigenza delle persone.
Tra queste emozioni positive ed incoraggianti, cariche di ottimismo ed energia, Marisandra Lizzi ci ricorda una delle affermazioni di Alessandro D’Avenia che l’hanno maggiormente colpita nella sua rubrica del Corriere della Sera Ultimo Banco, quando scrive che:
invece di chiedere ai bambini che cosa vuoi fare «da» grande, dovremmo domandare che cosa vuoi fare «di» grande, perché la grandezza dell’umano non è qualcosa che si raggiunge per età o successo, ma è già tutta lì.