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TuttoMeritoMioNews
2 Feb 2021
Caro TuttoMeritoMio, ti scrivo: la cerimonia inaugurale
Il giorno 14 Dicembre si è tenuta la cerimonia inaugurale della seconda edizione di #TuttoMeritoMio, il programma promosso da Fondazione Cassa di Risparmio Firenze e Intesa Sanpaolo per la valorizzazione del merito scolastico. La cerimonia ha visto la partecipazione straordinaria della Ministra Lucia Azzolina, che ha inoltre risposto alle domande di alcuni studenti (link altro diario). In questa pagina del Diario, racconteremo le impressioni dei nostri ragazzi, mostrando quali emozioni e quali consapevolezze sono nate a partire dall’incontro con le Istituzioni e i protagonisti del programma.
Le testimonianze dei nostri studenti
In questa occasione, è stato possibile per i partecipanti ascoltare le opinioni e gli incoraggiamenti di personaggi illustri, tra i quali la Ministra dell’Istruzione, le alte cariche della Fondazione CR Firenze e le istituzioni del territorio. Un incontro di questo tipo ha permesso di assottigliare le distanze tra queste figure e gli studenti del programma, consentendo a questi ultimi di percepire come più vicini mondi apparentemente distanti. In molte delle testimonianze questo aspetto è emerso in modo nitido, avvalorando l’importanza di creare ulteriori punti di contatto tra gli studenti e il mondo politico-istituzionale.
Durante il meeting a cui ho partecipato oggi ciò che mi è rimasto più impresso è stato vedere la Ministra Lucia Azzolina nelle vesti di insegnante di storia e filosofia, che ha fatto capire quanto è realmente legata e interessata all’istruzione e al bene e alla motivazione di noi studenti. (…) Oggi però ho potuto cogliere un lato più umano di lei, a partire proprio dalla risposta che ha dato ad uno di noi riguardo alla sua reazione nei confronti delle critiche. Sono riuscita a mettermi nei suoi panni come non avevo mai fatto fino ad ora e ho compreso che non deve essere semplice come sembra ricoprire il suo ruolo.
A. B.
Mi è rimasta particolarmente impressa la frase che ha pronunciato il direttore generale della fondazione CR di Firenze, Gabriele Gori, riguardo alle nostre capacità, ossia di cercare il più possibile di far emergere il nostro potenziale. Mi ha colpito questa frase perché rispecchia molto l’ideale di far valere il talento dei giovani e quello di credere nella nostra generazione.
M. A.
Sicuramente la parte più interessante e stimolante è stata quella centrale, ovvero il dialogo con la ministra Lucia Azzolina. Può sembrare scontato, ma appunto trattandosi di un dialogo, e non tanto di una dichiarazione riportata da un giornale o da un telegiornale, ha fatto trasparire un senso di vicinanza agli studenti da parte del ministero. In questo periodo, rinchiusi nelle nostre case lontani dalla vita reale, specialmente noi dell’ultimo anno con l’incertezza dell’esame di maturità, ci sentiamo quasi lasciati da parte. Ma non è così e ciò mi ha ridato un po’ di speranza e sicuramente degli spunti su cui riflettere.
M. B.
Mi ha colpito molto l’attenzione che così tante persone, anche di grande importanza, stanno rivolgendo a noi ragazzi; è una cosa a mio parere molto importante e che penso sia indicativa di quanto iniziative come #TuttoMeritoMio siano funzionali e importanti.
L. L.
La scuola ideale: un modello per il futuro
Tra i momenti più amati dell’incontro, la risposta della Ministra Azzolina a uno studente del programma, Luca Sabatini, che le chiedeva quale fosse il suo modello di scuola e di studente ideale. La domanda ha colpito profondamente i ragazzi del programma, favorendo riflessioni sul ruolo sociale ed educativo dell’istituzione scolastica. E, in particolar modo, sul suo valore comunitario che permette lo scambio di idee, la nascita di relazioni umane e nuove correnti di pensiero sperimentale.
Sembra piuttosto banale, ma durante l’incontro con la Ministra Azzolina mi ha fatto molto piacere sentire la sua opinione personale riguardo la sua scuola “ideale”; questo perché spesso la scuola è sempre stata intesa dai giovani come un obbligo formativo, ma dietro questa semplice parola, che ci ha sempre accompagnato sin dall’infanzia, c’è una complessa rete di formazione che ha il fine non solo di formare lo studente, ma anche di aiutarlo e accompagnarlo nel suo percorso. La Ministra, rispondendo alla domanda di una nostra collega che le chiedeva giustappunto quale fosse la sua scuola ideale, ha utilizzato l’espressione “scuola aperta”. E io personalmente mi ci ritrovo nella sua opinione, in quanto io stessa penso che la scuola debba essere proprio così: aperta a nuove idee e attività, aperta per accogliere e indirizzare gli studenti nel loro percorso formativo nel modo migliore. Personalmente, facendo riferimento al mio percorso, non ho ricevuto solo insegnamenti dal punto di vista scolastico, ma anche di vita, e questo è stato permesso anche grazie alla capacità di questi professori di approcciarsi in modo empatico dinanzi ai giovani ragazzi. Infine, legandomi a quanto appena affermato, ho apprezzato molto l’affermazione della stessa Ministra: “non sono solo gli studenti ad imparare dagli insegnanti, spesso può succedere l’inverso”.
R. D.
Mi ha colpito la disponibilità di figure come il sindaco Nardella e la ministra Azzolina nel partecipare all’incontro volto a noi studenti e studentesse. In particolare, mi hanno colpito alcune frasi della ministra Azzolina: parlando della scuola, ha sottolineato quanto questa dovesse essere interconnessa col territorio, non “un microcosmo a parte”, ma un piccolo elemento di una realtà più grande, che è quella prima della città e poi dello Stato, del mondo. Credo che sia una cosa estremamente importante, e che è stata ripetuta spesso dai grandi pedagogisti della nostra storia. Ad esempio, l’americano John Dewey riteneva che la scuola dovesse essere il mezzo attraverso la quale le differenze sociali, economiche e culturali tra ragazzi potessero essere non eliminate, ma valorizzate. (…) La scuola deve permettere a tutti di avere uguali possibilità, di avere i giusti mezzi per partecipare attivamente al progresso della comunità in cui viviamo. Ecco, la ministra Azzolina, come citato, afferma che la scuola non debba essere un microcosmo. Ma invece secondo me, in un certo senso, lo è: la scuola è, almeno a livello ipotetico, una piccola realtà di comunità, in cui è necessario acquisire non solo competenze teoriche, ma anche e soprattutto competenze per adattarsi alla realtà che ci circonda, al macrocosmo all’interno del quale ciascuno di noi è inserito. In questo senso, io vedo la scuola come un piccolo microcosmo, una piccola comunità, inserita all’interno di un macrocosmo che è l’ambiente della città, dello Stato.
G. B.
La scuola come mezzo, la scuola come ideale. Nei commenti dei partecipanti al programma si evincono il valore e la rilevanza dell’istruzione nella risoluzione delle problematiche di natura socio-culturale e nella progettazione dell’avvenire. Ponendosi come laboratori di sperimentazione permanente, le scuole e le università hanno il compito di tracciare nuove rotte ed esplorare scenari innovativi ed inediti.
O, prendendo in prestito le parole del giornalista americano Sydney J. Harris, potremmo dire che il ruolo della scuola è quello di trasformare gli specchi in finestre.