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    TuttoMeritoMioNews

    7 Giu 2023

Caro #TuttoMeritoMio, ti incontro: intervista a Ilaria Ferraro

In questa nuova pagina del Diario di #TuttoMeritoMio, incontriamo una delle partecipanti del programma: Ilaria Ferraro. Attraverso le sue parole scopriamo i sogni, le ambizioni e gli inaspettati consigli di lettura della giovane e promettente studentessa di architettura. 

Ciao Ilaria, un piacere conoscerti. Ti andrebbe di raccontarci la tua storia all’interno del programma? 

Io attualmente sono al secondo anno di #TMM. Sono entrata l’anno scorso, al termine della quinta superiore e poi ho iniziato subito l’università. Quest’anno sono molto più consapevole delle possibilità economiche offerte dal programma, così come del valore del mentoring e delle attività proposte. Quindi me le sto godendo anche di più, ci sto prendendo gusto. Le opportunità che vengono offerte arricchiscono e permettono di ampliare degli interessi che spesso in università vengono messi in secondo piano. 

Quali sono gli eventi che ti sono rimasti più impressi?

Ricordo un incontro molto interessante, organizzato dal programma, sulla filosofia giapponese dell’ikigai, ovvero sulla ricerca della felicità e del senso della vita. Di grande valore sono stati anche gli eventi incentrati sulle sfide del futuro in ambito lavorativo. Noi ci stiamo formando adesso, però con tutti gli avanzamenti tecnologici quando andremo a lavorare vivremo un mondo completamente trasformato. Prendere coscienza di questo dinamismo ci rende capaci di adattarci proattivamente

#TuttoMeritoMio è una borsa che copre non solo le spese direttamente connesse alla vita accademica, ma anche quelle legate al benessere personale. Quali sono state le tue scelte?

La borsa mi ha aiutato ad acquistare un computer che potesse supportare i programmi che utilizziamo alla facoltà di Architettura. Sono davvero ‘pesanti’ e pertanto hanno bisogno di un dispositivo performativo. Ma la borsa per me non è stata essenziale solo per il materiale legato agli studi, ma anche per coltivare una delle mie più grandi passioni: i libri.

Una passione bellissima. E qual è il tuo libro preferito? Ne consiglieresti qualcuno?

Il mio preferito è Il Conte di Montecristo. Ho dei gusti molto classici, lo so. Ho amato tantissimo anche Notre Dame de Paris, per il suo stretto legame con l’architettura. Durante un parziale di Storia dell’architettura, infatti, ho potuto studiare Eugène Viollet-le-Duc, l’architetto che si è occupato della ristrutturazione della Cattedrale. È stato un bellissimo intreccio. 

Anche tu hai partecipato all’uscita del 20 aprile. Cosa ti ha colpito maggiormente?

Ciò che mi ha colpito di più è stata l’esposizione su Ulisse Aldrovandi, perché era strutturata in modo insolito e innovativo. Mi è piaciuto molto che fosse tutto basato sui sensi e volto a far partecipare il corpo. Eravamo completamente coinvolti. L’esposizione era divisa in 4 sezioni e per ogni sezione era riprodotto un olio con un profumo che poteva rievocare un luogo celeste: la Terra, la Luna, Marte o lo Spazio

Da Boom, invece, siamo entrati in una stanza, dove camminando potevamo scoprire come interagire virtualmente all’interno dello spazio. Questo si collega al concetto di prima. Io sto studiando per diventare architetta, ma tra cinque anni chissà come si evolverà il mondo dell’architettura, quale sarà l’interazione tra realtà e realtà virtuale. 

Il futuro è tutto ancora da scrivere. 


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