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    8 Ago 2025

La community di #TuttoMeritoMio: intervista ad Aurora Veridiani

In questa intervista, Aurora Veridiani, borsista neolaureata del programma #TuttoMeritoMio, ripercorre il suo percorso tra studio, orientamento e incontri significativi. Dalla vita da fuorisede al confronto con tutor e pari, fino agli strumenti concreti per costruire il proprio futuro, il suo racconto restituisce il senso più autentico del programma: accompagnare, sostenere, offrire occasioni reali di crescita.

Ci racconti la tua esperienza all’interno del programma?

Una settimana prima della maturità, non sapevo nemmeno che TMM esistesse. Poi mia madre ha iniziato a cercare online e ha trovato questo annuncio su Facebook. Parlava di un programma che sarebbe iniziato con il primo anno di università. Non ci credevo: pensavo, “Figurati se su cento scelgono proprio me”.

Invece sì. Mi è arrivata una mail: ero stata selezionata. Ricordo bene il colloquio con la tutor. Ci disse subito che non sarebbe stata un’interrogazione, ma una chiacchierata per conoscerci meglio. Avevo tantissima ansia, ma loro sono stati subito in grado di mettermi a mio agio. Quando ho saputo di essere stata ammessa, è stata una soddisfazione incredibile.

Durante gli anni ho partecipato a tante attività e ho sempre trovato persone con cui condividevo qualcosa di profondo. Ricordo in particolare la visita alla Fondazione Golinelli a Bologna, con una mostra sul corpo umano, e una visita dedicata ai visori di realtà virtuale. È stata la prima volta che li provavo: vedere da vicino il potenziale di quella tecnologia è stato emozionante.

Qual è il valore di un programma come #TuttoMeritoMio?

La borsa di studio ti permette di vivere l’università con una leggerezza che altrimenti sarebbe impossibile. Sai di non gravare economicamente sulla tua famiglia. Allo stesso tempo ti motiva: l’idea di dover mantenere un certo rendimento è stimolante e ti dà la soddisfazione di sapere che ce la stai facendo con le tue forze.

C’è anche il grande vantaggio dell’alloggio: per molti è stata l’unica occasione per trasferirsi a Firenze. Per me, ad esempio, è stato fondamentale per coprire i costi dei trasporti. In pratica, ti permette di scegliere il tuo percorso senza dover rinunciare a causa delle spese.

Cosa consiglieresti ai nuovi borsisti? Cosa diresti a chi è appena entrato nel programma?

Parlare con i tutor. Io non l’ho fatto nel primo anno, e me ne sono pentita. Volevo cambiare corso di laurea ma non l’ho detto a nessuno perché avevo paura di perdere la borsa. Invece non era affatto così. Avrei potuto confrontarmi e trovare una soluzione, senza vivere tutto quel peso da sola.

All’inizio ero molto timida e facevo fatica ad aprirmi, ma parlare con tutor e borsisti è utilissimo. Sono a mia volta stata peer tutor del gruppo comunicazione, e ho visto quanto sia prezioso il confronto: scambi di appunti, consigli, supporto pratico. Il programma non offre solo un sostegno economico, ma una vera rete di relazioni che ti accompagna in ogni momento. Che si tratti di spese, di dubbi su un esame o su un cambio di facoltà, c’è sempre qualcuno pronto ad ascoltarti.

E soprattutto: cercare di viverla bene, l’università. Più ci si carica di ansie, più diventa pesante. Confrontarsi, alleggerirsi, condividere: è questa la chiave.

Quale ricordo porterai con te?

Ce ne sono tanti, ma uno che non dimenticherò mai è la prima volta al teatro per la presentazione della quarta edizione del programma. Mi accompagnò mia sorella maggiore. Mi guardavo intorno e vedevo volti spaesati, come il mio. Eravamo tutti nuovi, tutti in attesa. Quella cerimonia è stata molto emozionante.

Un altro momento speciale è stato l’incontro con Chiara Valerio: è stata bravissima. Era la prima volta che entravo nel rinnovato Teatro Giunti Odeon, e lo avevamo tutto per noi. Un altro ricordo forte è l’ultimo evento di tutoraggio. Abbiamo parlato tantissimo, condiviso esperienze. Nella prima parte eravamo sei persone di facoltà diverse, poi sei della stessa facoltà. È stato prezioso. Prima ci si confrontava sulle differenze tra percorsi, poi su cosa avevamo in comune. C’era chi sognava di insegnare, chi invece proprio no. Età diverse, corsi diversi, ma un senso di comunità che raramente si trova.

Qual è stato l’aiuto più grande di TuttoMeritoMio? Ti ha aiutato a coltivare passioni o a studiare con più serenità?

Senza dubbio ha alleggerito tutto. Avere una persona come la mia tutor è stato fondamentale. Se avevi un problema, sapevi che potevi contare su di lei. Il programma non è solo una borsa economica: è fatto di persone, di relazioni, di fiducia. È una comunità.

Con la borsa ho potuto acquistare il computer con cui ho scritto la tesi: senza, sarebbe stato tutto molto più complicato. E poi i corsi di formazione. Ho potuto seguire due percorsi che non mi sarei mai potuta permettere da sola: uno in curatela di mostre ed eventi culturali (che è quello che sogno di fare con la magistrale), l’altro in copywriting. Erano corsi Feltrinelli, di altissimo livello. Senza il sostegno economico, sarebbero rimasti fuori portata.

Anche lo sport ha avuto un ruolo inaspettato. Non ero mai stata una sportiva, ma in questi anni ho iniziato ad andare in montagna. Mi sono appassionata alle camminate e ho potuto acquistare l’attrezzatura giusta. Sembrano cose da poco, ma fanno la differenza. Sapere di avere un supporto alle spalle ti permette di vivere esperienze nuove con meno ansia, con più libertà. E di non doverle affrontare da sola o sentendoti un peso per i tuoi genitori.


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